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Il gusto dell'antico nel Real Palazzo di Caserta. Nella grande stagione neoclassica del gusto europeo, il Real Palazzo di Caserta irrompe con la forza ambivalente del mito e dell'innovazione: ultima grande residenza reale barocca costruita in Europa - con l'ambizione di oscurare Versailles, secondo Winckelmann - ma anche luminoso programma urbanistico di decentramento amministrativo, concepito alla fine di un ciclo "eroico" di riforme che aveva rilanciato la giovane monarchia napoletana di Carlo di Borbone tra le più avanzate potenze europee. Ma mito e innovazione, a Caserta, si affrontano anche e soprattutto nel culto dell'antichità che a poca distanza, nei vicini scavi di Ercolano e Pompei, avrebbe trovato un formidabile e duraturo laboratorio di ricerca. Forse il fascino segreto, la commovente bellezza e la grandezza un po' melanconica di questa sontuosa dimora reale stanno in tutto qui, nell'atmosfera sospesa e come incantata di un'illusione, nel sogno di una regalità illuminata che celebra il proprio fortunato destino all'ombra del mito sovrastorico della classicità, quasi felicemente inconsapevole delle nuove e più drammatiche istanze che il tempo della ragione cominciava allora a coltivare nella riscoperta dell'antico. Un tema che domina le belle sale di Marte e di Astrea che presentano innanzitutto se stesse e la progressiva affermazione di un più maturo impianto decorativo neoclassico.